Il 4 febbraio si è svolto il quinto incontro di “Ambiente a tutto TOndo” con grande partecipazione di ospiti e pubblico. Il tema di questa tavola è stato l’inquinamento atmosferico, una problematica particolarmente sentita dalla città di Torino.

Ha aperto la conferenza Milena Sacco, Funzionario tecnico del Dipartimento territoriale Piemonte Nord Ovest di ARPA Piemonte, che ha illustrato lo stato della qualità dell’aria nella città metropolitana di Torino, riportando i dati della rete di monitoraggio delle stazioni ARPA. I trend generali sono in discesa per i 12 inquinanti su cui sono stati stabiliti dei valori di riferimento, tuttavia abbattere inquinanti come il PM10, il biossido di azoto o l’ozono è molto spinoso. Bisogna infatti considerare che entrano in gioco meccanismi meteorologici complessi che influiscono sulla propagazione di questi inquinanti: sono quindi necessari degli interventi strutturati e su più livelli. La sfida più grande per i prossimi anni sarà riuscire a rispettare il valore limite giornaliero per il PM10 e i vari indicatori obiettivo per l’ozono. Se volete guardare la sua presentazione potete scaricarla cliccando qua.

A seguire, Giorgio Arduino, Funzionario tecnico della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte, ha segnalato che già nel 1986 si parlava della problematica dell’inquinamento atmosferico a Torino. All’epoca i principali inquinanti (biossido di zolfo e monossido di carbonio) erano prodotti dalla combustione di combustibili industriali, come oli pesanti e carbone. Inoltre, ha spiegato che Torino ha una delle serie storiche di misurazioni più antiche d’Europa, e confrontando i valori attuali con quelli degli anni passati si osserva il trend in discesa. Potete scaricare la sua presentazione cliccando qui.

Per completare il discorso di Arduino, Stefania Giannuzzi, Istruttore tecnico della Direzione Ambiente, Energia e Territorio – Settore Emissioni e Rischi ambientali della Regione Piemonte, ha presentato il Piano regionale della qualità dell’aria adottato nel 2019 che, con 47 misure, agisce su diversi ambiti (agricolo, qualificazione urbana, trasporti ed energia) per far diminuire le misure di PM10 entro il 2030. Il progetto PrepAIR coinvolge le 4 regioni padane e cerca di mettere a sistema ed implementare gli obiettivi del piano per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano. Per fare ciò è importante ragionare con un approccio sistemico e coordinare le azioni con altri campi, ad esempio incentivando l’economia circolare. La pandemia è un’occasione per attuare cambiamenti agendo su spostamenti ed urbanistica tattica, in modo da sperimentare misure nuove e più incisive.

Successivamente Elisa Palazzi, Ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR, ha parlato di inquinamento, cambiamenti climatici e loro connessioni, sottolineando l’importanza dell’approccio sistemico, poiché ancora oggi le politiche relative a queste due emergenze ambientali sono trattate separatamente. È compito della comunità scientifica fornire ai decisori gli elementi conoscitivi che possano favorire l’adozione di politiche integrate per la qualità dell’aria e il contrasto del cambiamento climatico. Altrettanto importanti sono i cambiamenti comportamentali che ognuno di noi può attuare: scelte di mobilità, utilizzo dell’energia, regimi alimentari, gestione dei rifiuti.

Luisa Memore, Presidente della regione Piemonte di ISDE – Associazione medici per l’ambiente, ha riportato che ogni anno si registrano sette milioni di morti dovute all’inquinamento dell’aria, concentrate soprattutto nel continente asiatico dove si ricorre alla combustione da fonti fossili senza un adeguato ricambio dell’aria. Le prime vie aeree filtrano il particolato più grande, ma quello più piccolo raggiunge i polmoni o addirittura il sangue causando ictus, infarto/aritmia, cancro ai polmoni o problemi respiratori cronici. Con la diminuzione delle dimensioni si rileva quindi una maggiore pericolosità e ad ogni aumento di PM2,5 aumenta il rischio sulla popolazione. Qui la sua presentazione.

L’ultimo relatore è stato Paolo Barbato, Amministratore Delegato di Wiseair, una startup nata nel 2019, che ha installato 100 sensori da balcone low cost in giro per Milano per monitorare il particolato nell’aria.  Questi sensori offrono grandi opportunità: possono essere distribuiti in modo capillare sul territorio, forniscono dati in tempo reale e coinvolgono attivamente il cittadino; tuttavia, essendo meno precisi nella rilevazione, devono essere combinati ai metodi di monitoraggio tradizionale e ai dati satellitari. La citizen science è un tema molto attuale, infatti anche il Sistema Nazionale della Protezione dell’Ambiente SNPA (l’insieme delle ARPA regionali) sta affrontando il tema per cercare di standardizzare questi progetti che contribuiscono a promuovere e generare consapevolezza ambientale e aggregazione.

Se vi siete persi la diretta e volete sentire in modo più approfondito i temi che hanno trattato i nostri relatori, potete cliccare qui.

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