Stamattina alla Casa dell’Ambiente l’incontro con Mattia Malara, campionessa mondiale di apnea lineare sotto i ghiacci. In un’atmosfera intima, la campionessa ha raccontato la sua esperienza nell’intervista di Stefano Moretto, direttore del progetto Il Pianeta Azzurro e Angelo Mojetta, consulente scientifico del progetto.

L’incontro, come spiega Stefano Moretto “nasce dalla volontà di vedere di persona la protagonista di Col fiato sospeso, la pubblicazione della Collana del Faro che racconta il record raggiunto da Mattia nel 2006, sotto le gelide acque del Lago Nero in Val di Susa.

Dalla prima domanda di Angelo “Perché dal mare sei andata a cercare i ghiacci?”, parte il racconto di Mattia, una persona che ha sempre amato le sfide, che da quando si è appassionata al mondo dell’apnea non l’ha più lasciato, arrivando anche ad aprire una scuola “Lapnea”, ormai ben 12 anni fa.

“La cosa che più mi piace dell’apnea è che è una disciplina mentale. Come dice Umberto Pellizzari, l’apneista scende per guardarsi dentro. L’apnea è prima di tutto una sfida con te stesso, perché se non sei tranquillo non parti neanche. Quando ti immergi in acqua, il primo pensiero è sempre ‘avrà preso abbastanza fiato?’, ma quando si è sott’acqua non c’è spazio per i se, bisogna restare concentrati, avere fiducia in sé stessi, nell’allenamento che ti ha portato fino a quel momento, nella preparazione tecnica e in chi segue la tua discesa. La sicurezza delle attrezzature e dei professionisti che sono con te, insieme alla tranquillità mentale sono un elemento fondamentale”.

Mattia racconta così dei suoi record, da quello in quel lago nero in Val di Susa di cui parla Col fiato sospeso, a quello di profondità, nel mare sardo. Ora ha trasmesso questa passione ai suoi figli e con la scuola Lapnea può insegnarla a tanti. “Avvicinarsi all’acqua è un modo per fare anche educazione ambientale, come quando con la scuola si va al mare, all’isola dell’Asinara: si osservano gli esseri viventi che abitano quel luogo e quando si è in acqua si fa attenzione a raccogliere tutti i rifiuti del caso. Si trova soprattutto plastica” racconta Mattia.  Inoltre, l’apnea insegna ai ragazzi la solidarietà e il lavoro di gruppo: non si può immergersi senza un compagno.

Una mattinata piacevole in compagnia di una donna solare e piena di energia, la cui storia fa venire voglia di scoprire i colori dell’acqua a chi l’ascolta, il bianco dei ghiacci, il blu del mare e il nero di quando sei immerso nel profondo, non solo delle acque ma anche di te stesso.