Astrofili William HerchelVenerdì 19 ottobre il Gruppo Astrofili William Herchel è tornato alla Casa dell’ Ambiente per parlare del rapporto che da sempre lega l’uomo all’osservazione del cielo. La voce narrante di tutta la serata è stata quella di Alberto Cora, socio fondatore del Gruppo che dal 1989 lavora presso l’Istituto Nazionale di Astrofisici, e che ha trasportato il pubblico in un viaggio partito dalla Mesopotamia. Infatti, fin dai tempi antichi, gli uomini hanno appreso molti dati sull’universo semplicemente osservando il cielo. Nelle società più antiche la comprensione dei “meccanismi celesti” contribuì alla creazione di un calendario legato ai cicli stagionali e lunari, con conseguenze positive per l’agricoltura. Un esempio di questa astronomia alle prime armi sono gli orientamenti astronomici dei primi monumenti megalitici come il famoso complesso di Stonehenge, i tumuli di Newgrange, i Menhir e diverse altre costruzioni concepite per la stessa funzione. Molti di questi monumenti dimostrano un antico legame dell’uomo col cielo, ma anche l’ottima capacità di precisione delle osservazioni. Passando in rassegna le diverse epoche storiche e i maggiori esponenti che col loro contributo hanno permesso di capire meglio come interpretare i movimenti della volta celeste, si arriva a parlare del rapporto, aihmè quasi perduto, tra l’uomo moderno e il cielo.Astrofili William Herchel

Ecco allora che la voce di Cora si sofferma sul problema dell’inquinamento luminoso che sta privando le nostre città di godere dello spettacolo che solo un cielo stellato sa regalare. Città più luminose non è sempre sinonimo di città più sicure, ma al massimo più accecate.

Al termine della presentazione troviamo gli Astrofili con i telescopi già montati sulla terrazza sul Pò per permettere alle persone presenti di godersi la visione della Luna affiancata dalla costellazione del Toro, come avrebbero fatto i popoli della Mesopotamia sulle sponde del Tigri e dell’Eufrate.

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